La vita di un tempo

 

Il trascorrere delle stagioni su cui ruota la vita contadina, l’allevamento del bestiame nel rispetto tutto alpino della salita all’alpeggio e della discesa a valle con i primi freddi, la semina e la raccolta di prodotti tipicamente montani: sono i ritmi della natura, sui quali per secoli è trascorsa la vita di generazioni di contadini e allevatori. A differenza di molti paesi delle Alpi, dove la sopravvivenza della popolazione è sempre stata legata quasi esclusivamente alle attività agricole e pastorali, Novalesa ha vissuto un passato glorioso, di grande centro di transito e di commercio, legato alla sua posizione geografica ai piedi del colle del Moncenisio. Dal XVI secolo, infatti, si diffuse l’utilizzo delle carrozze per i lunghi spostamenti; carrozze che venivano smontate e rimontate proprio a Novalesa per il versante Piemonte e a Lanslebourg per quello savoiardo. Sorsero così numerosi alberghi (alcuni documenti testimoniano che a Novalesa ce n’erano a inizio Ottocento più di settanta, per tutte le tasche), stazioni di posta e cambio di cavalli, botteghe di fabbri e maniscalchi.

A questo proposito, si tramanda un detto significativo: “Marrons de Novalesa e mulets de Lanslebourg”; i Marrons erano infatti le guide alpine, uomini coraggiosi e robusti che, a pagamento, prestavano servizio come portatori per il transito del valico del Moncenisio. Bisogna ricordare che non sempre era sicuro affidarsi a questi portatori: il viaggio era pieno di pericoli, soprattutto per il rapido mutare delle condizioni meteorologiche anche in estate sul colle e per le condizioni della strada, ma anche perché ciò che capitava tra le montagne non era sempre prevedibile, e alcuni viaggiatori riferivano di imboscate e agguati, o semplicemente di essere stati abbandonati dalle proprie guide, fuggite con i loro beni.

Tra i viaggiatori più famosi che passarono da Novalesa in questo periodo, ci sono il papa Pio VII, Napoleone Bonaparte, gli stessi reali di Casa Savoia, che facevano sosta qui due volte l’anno, all’andata e al ritorno dalla loro residenza estiva di Chambery. In questa occasione, i Principi venivano ospitati all’Abbazia, mentre tutto il seguito si divideva nei vari alberghi; la carrozza che trasportava il tesoro e le casse dello stato veniva guardata a vista dalle guardie e dai domestici dei sindaci.

Con la costruzione da parte di Napoleone della strada carrozzabile che tagliava fuori dai traffici la valle Cenischia, finì anche il periodo d’oro di Novalesa, la cui popolazione si ridusse e la cui economia tornò ad essere incentrata sull’agricoltura e la pastorizia.

Le testimonianze del glorioso passato del paese, però, permangono e sono visibili praticamente ad ogni angolo del nucleo centrale dell’abitato: dagli affreschi che accompagnavano i pellegrini, alle tele donate da Napoleone e visibili nella chiesa parrocchiale, alle case che un tempo erano alberghi, come la Casa degli Affreschi, oggi sede di mostre ed esposizioni.

Anche nel Museo di Vita Montana alcuni oggetti testimoniano direttamente questa antica vocazione di luogo di traffici e commerci: l’insegna di un fabbro, il costume maschile dei Marrons, la doccia di uno degli alberghi migliori del paese rimangono tra gli oggetti più legati all’economia tradizionale alpina come curiosità e testimonianze di un paese dalla lunga storia.